Secondo gli ultimi dati del rapporto Comuni Rinnovabili 2011 di Legambiente, nel Bel Paese si contano 21.558 megawatt di idroelettrico, 3.025 MW di solare fotovoltaico, 5.784 di eolico, 884 MW di geotermico, 1.545 MW di biomasse e rifiuti.
Non male, se si considera il complesso periodo che l'Italia sta attraversando. Dando uno sguardo più approfondito alle realtà locali, non sembra poi così lontano lo scenario presentato dall'economista Jeremy Rifkin, che da anni studia le condizioni energetiche a livello mondiale e auspica l'arrivo della terza rivoluzione industriale, un movimento in grado di ribaltare l'idea stessa di approvvigionamento energetico, passando da una distribuzione centralizzata ad una "democratizzazione" delle fonti energetiche.
Le case, secondo il famoso economista, dovrebbero evolversi: dall'essere elementi di consumo dovrebbero diventare produttori di energia. L'abitazione vista come una "centrale fai da te" in grado di auto-alimentarsi grazie a energia elettrica fotovoltaica o eolica, riscaldamento a pannelli solari o mini impianti a biomassa, e ancora, energia geotermica e pompe di calore.
Da non sottovalutare l'importanza di ottimizzare i consumi e la loro distribuzione: il futuro parla di una rete energetica connessa a internet e ai dispositivi così detti "intelligenti", in grado, per esempio, di attivare gli elettrodomestici di casa quando il pannello fotovoltaico è nella massima produzione di energia.
Rifkin afferma: «occorre spostare le energie verso il mondo delle rinnovabili e (…) iniziare a trovare soluzioni in cui i singoli possano produrre energie localmente nei propri edifici, nelle proprie regioni, nelle infrastrutture, e condividerle con gli altri, distribuendo il proprio surplus di energia pulita. Questo può creare senso comune. Ed è il piano a lungo termine dell'Unione Europea».
E la strategia inizia ad attecchire anche in un territorio propizio – geograficamente - come quello italiano: il team di esperti dell'economista ha già realizzato un Piano Generale per la capitale, «un programma ventennale che renderà Roma la porta-bandiera a livello europeo per l'avvio di una terza rivoluzione industriale economicamente sostenibile».
Incoraggiante il commento finale di Jeremy Rifkin: «posso garantire che nei prossimi sei mesi si potrà vedere, regione dopo regione, in Italia l'avvio della terza rivoluzione industriale per essere meno dipendenti dal petrolio».